Il fascino di Venezia

L’avventuroso viaggio di Tamás Gyulaffy nel Millenovecentoquarantanovesimo millennio del Signore

La magia di Venezia, Nel Nord, Il ritorno a casa

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Ventitré anni dopo la sconfitta di Mohács, Tamás Gyulaffy inizia il suo avventuroso viaggio da Veszprém, attraverso Venezia, fino alla Scozia e di nuovo in Ungheria. È la metà del XVI secolo, e nel 1538 il re János Szapolyai e il re Ferdinando I si accordarono per dividere il Paese in due, e nel trattato di Vratislav rinunciò al diritto di far ereditare il trono a suo figlio, anche se János Zsigmond fu poi eletto re e principe di Transilvania dagli ordini. I Turchi avevano già conquistato gran parte dell’Ungheria e in Europa c’erano lotte tra cattolici e protestanti. Quando Tommaso parte per Venezia nel 1549 per studiare da gioielliere con il maestro Loredan, non sa ancora che perla splendente troverà nella figlia del maestro, Giuliana. Non soddisfatto del suo rango nobiliare, Tommaso fugge con la sua amante a Genova, dove è a capo di una ricca famiglia patrizia. I due fuggono dal doge Andrea D’Oria, che aiuta la coppia di sposi donando loro denaro e una lettera di matrimonio. Attraversano quindi il Regno di Francia fino all’Inghilterra e prendono una nave per Edimburgo, in Scozia, alla corte del conte di Sinclair. Durante il viaggio, il rampollo dei Gyulaffy scopre molte cose interessanti, tra cui il mistero del Santo Graal tra le mura della Cappella di Rosslyn, che finalmente scopre nella propria anima e capisce essere il suo posto nella sua casa, il sofferente castello transdanubiano di Veszprém. Ma è troppo tardi: suo padre viene decapitato dai turchi nel 1552, quando il castello di Veszprém viene conquistato e i soldati turchi bruciano il castello. Sua madre, Elisabetta, riesce a fuggire e il viaggio di Tamás porta a Palota e poi al Principato di Transilvania. È una storia d’amore, di affetto e di dovere, perché ogni viaggiatore deve tornare a casa per capire se stesso e il mondo che lo circonda. Anche Thomas si rende conto, alla nascita di suo figlio, di avere una responsabilità nei confronti della sua famiglia, di non poter cercare per sempre i grandi segreti che i Cavalieri Templari hanno custodito.

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La metafisica dell’amore

La vibrante metafisica dell’amore,

Non sa che esiste una logica formale,

Il potere della sofferenza, il logaritmo del piacere,

Più una serie di variabili sconosciute,

Che è un’equazione irrisolvibile,

Einstein E=mc2

Crea con una velocità inarrestabile,

che la materia grigia può solo contare,

Poi la butta via: il numero di soluzioni è zero.

Solo il cuore può calcolare la fine,

O ci si separa o si sta insieme,

Quest’ultimo crea una nuova variabile,

Come la terra che gira sul suo asse,

Come gli elettroni, minuscole particelle intorno a un nucleo

Complicato e imprevedibile.

Ma l’incognita dell’intuizione femminile

rende impossibile la formula della realtà.

L’amore in lei è irrisolvibile,

Non può essere afferrato con la mente,

Anche se in questo caso

La ragione può fare poco,

È fortunata a saperlo,

L’amore è solo metafisica.

1999.